Mente e Corpo
Senza voler forzatamente scomodare l'antico adagio dei latini “mens sana in corpore sano”, sono sempre maggiori le evidenze scientifiche che ci mostrano una forte connessione dello stato di salute della nostra mente con quello del nostro corpo. Per troppo tempo si è ritenuto corretto separare i due ambiti, quasi considerandole due entità distinte. Ora, fortunatamente, si sta cominciando a capire quanto questa separazione, sia per lo più artificiosa e tesa a mettere in risalto, in maniera strumentale, l'importanza dello spirito sul corpo o viceversa. Vediamo in che modo ciò può rappresentare un problema per la comprensione dei malesseri della persona.
L'individuo per fronteggiare le difficoltà presenti nella realtà di tutti i giorni deve sottoporsi ad una serie di stress notevoli di cui spesso non è del tutto consapevole. Il nostro organismo per far fronte a queste pressioni stimola il sistema endocrino a produrre un ormone chiamato cortisolo: questo ormone prodotto dalle ghiandole surrenali su stimolazione dell'ipofisi, ha il compito di regolare l'equilibrio tra sistema nervoso e sistema endocrino in particolari situazioni di stress lavorativo, familiare ed emotivo.
Ma cosa succede quando lo stress è una situazione cronica dell'individuo? La produzione di cortisolo non si arresta, ma perde di efficacia, mantenendo sempre in stato di allerta il nostro organismo con il rischio di crolli fisici e mentali.
Si può capire perciò, quanto sia importante considerare mente e corpo non come due categorie differenti, ma come appartenenti ad un unico meccanismo e quanto il benessere fisico sia legato indissolubilmente a quello psicologico.
Troppo spesso acciacchi fisici, dolori del corpo, insonnia, non ricevono la giusta attenzione dal punto di vista psicologico e sono derubricati come disturbi passeggeri, che prima o poi, non si sa in che modo, passeranno. Il rischio invece è che la sottovalutazione di questi stati porti ad un peggioramento a tutti i livelli (sociale, familiare e lavorativo) del nostro funzionamento.
Se il nostro cervello subisce stress continuativi, come si è visto, ciò si riflette a livello ormonale causando l'indebolimento delle nostre difese immunitarie con la conseguenza di un maggior rischio di contrarre stati di sofferenza e malattie per il nostro corpo. Se invece la nostra mente può attingere a risorse interne che derivano dalla sicurezza sulla propria identità e dalla capacità di essere consapevoli delle proprie qualità e dei propri limiti, anche le situazioni stressanti esterne potranno essere vissute come meno dirompenti e più gestibili.
Il benessere psicologico perciò può essere considerato come un “sistema immunitario” del corpo umano che protegge dai rischi di “infezione” esterna e aiuta a migliorare la qualità della propria vita.
Il benessere psicologico consiste anche nel saper trovare soluzioni ai propri problemi e fa riferimento ad un modo di ragionare su se stessi finalizzato a rendere consapevoli ed esplicite alcune situazioni che ci riguardano che non sempre sono chiare dall'inizio. In alcuni momenti infatti, la negazione di una difficoltà, per paura di affrontarla o perché non si riesce a comprendere da dove provenga, mette “in scacco” tutto il sistema e aumenta i rischi di ammalarsi.
Cosa fare in questi casi? Attivarsi nel cercare aiuto nelle persone che ci stanno vicine (che possono fungere da prezioso supporto) e rivolgersi ad uno specialista della salute che possa agevolare la comprensione delle problematiche e il processo di cambiamento.
La Valutazione e la Consulenza Psicologica sono già di grande aiuto perché consentono di chiarire da dove si deve partire per trovare le soluzioni ai problemi. Il cambiamento è un processo più lento che esige costanza, motivazione e soprattutto fiducia nella persona a cui ci si affida e nel rapporto che si instaura con lei.
La Psicoterapia è pensata infatti, per produrre modificazioni nel modo di pensare, di sentire e di relazionarsi con gli altri il più possibile duraturi nella vita di un individuo. Per arrivare a questo obiettivo è necessaria la massima collaborazione da parte di chi chiede questo tipo di trattamento, perché è oramai chiaro da una mole considerevole di studi, che l'efficacia della terapia dipenda anche, se non soprattutto, dal coinvolgimento di entrambe le parti nella creazione di uno spazio intersoggettivo che sia il motore del processo di cambiamento.
Dr. Gianluigi Basile
Per saperne di più:
MENTE E CURA : Anno II. N.2/2011
www.menteecura.it